Oracle sta affrontando un’importante trasformazione, puntando decisamente sul cloud come abilitatore per l’intelligenza artificiale (AI). Dopo anni di leadership tecnologica, l’azienda ha deciso di collaborare con i principali hyperscaler del settore per espandere la sua offerta cloud. L’obiettivo è chiaro: offrire soluzioni personalizzabili e sicure per i clienti globali, integrando le più avanzate tecnologie di AI e database.
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Crescita del cloud nel primo trimestre 2025
Durante l’evento Oracle CloudWorld 2024 a Las Vegas, l’amministratrice delegata Safra Catz ha sottolineato l’importanza del cloud come pilastro della strategia aziendale. Nel primo trimestre del 2025, Oracle ha registrato una crescita del 7% nel fatturato totale, raggiungendo i 13,3 miliardi di dollari, di cui 5,6 miliardi provenienti dal cloud, con un incremento del 21%. Questa performance conferma il successo della nuova direzione intrapresa dall’azienda.
L’ottimismo è tangibile, grazie anche a un aumento del 9% del valore delle azioni e un +18% dell’utile per azione, segnale di fiducia da parte del mercato.
Collaborazione con i big del cloud
Anziché competere frontalmente con i giganti del cloud, Oracle ha optato per una strategia di co-petition, stringendo accordi con Microsoft, Google e, più recentemente, Amazon Web Services (AWS). Queste collaborazioni permettono a Oracle di inserirsi nel mercato del multicloud, offrendo ai clienti la possibilità di accedere alle sue tecnologie da qualunque piattaforma cloud.
Partnership con AWS: una nuova opportunità
La più recente partnership con AWS rappresenta un passo cruciale per Oracle. L’integrazione del sistema Exadata e dell’ultimo Oracle Database nei data center di AWS semplifica la gestione operativa per i clienti. Larry Ellison, co-fondatore di Oracle, ha dichiarato che la strategia è quella di non chiudere alcuna porta, offrendo ai clienti la flessibilità di scegliere il fornitore di cloud più adatto alle proprie esigenze.
Le sfide del multicloud in Europa e Italia
In Europa, e in particolare in Italia, Oracle punta fortemente sul multicloud. Secondo Michele Porcu, vice presidente per l’area Emea, l’azienda intende sfruttare la sua posizione di “ultimo arrivato” per penetrare il mercato con la sua offerta di database Exascale. Tuttavia, esistono alcune sfide specifiche che rallentano l’adozione del cloud e dell’AI nel nostro Paese.
Le quattro barriere all’intelligenza artificiale in Italia
- Mancanza di competenze: figure esperte in data science e AI sono poche e costose, e spesso utilizzate per compiti non strettamente legati all’AI, creando inefficienze.
- Assenza di un ecosistema di startup AI: mancano gli investimenti necessari per far crescere nuove imprese innovative nel settore.
- Casi d’uso aziendali limitati: molte aziende non hanno ancora compreso il pieno potenziale dell’integrazione dell’AI nei loro processi.
- Privacy e regolamentazione: la normativa sulla protezione dei dati è particolarmente severa in Italia, ostacolando l’adozione dell’AI in settori chiave come banche e sanità.
AI e sostenibilità: una sinergia per il futuro
Oracle sta anche spingendo l’adozione dell’AI generativa nel contesto della sostenibilità, proponendo soluzioni come Oracle Fusion Cloud Sustainability. Questa applicazione utilizza l’AI per migliorare la gestione delle fatture e la qualificazione dei fornitori, aiutando le aziende a rispettare gli obblighi di rendicontazione delle emissioni di carbonio. Questo approccio mira a rendere il reporting più accurato, automatizzato e trasparente, consentendo una gestione più efficiente della supply chain.
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